dipendenti-covid19

Un tuo dipendente si ammala di Coronavirus? Secondo la legge è colpa tua

Condividi questo articolo

Un tuo dipendente si ammala di Coronavirus? Secondo la legge è colpa tua

Negli ultimi mesi il Covid-19 ha letteralmente messo l’Italia in ginocchio.

Fra ospedali stracolmi di malati, persone incapaci di sopportare lo stress di una quarantena forzata e attività costrette a chiudere, il nostro Paese ha subito un brutto colpo.

Uno di quelli che possono mettere davvero un imprenditore KO.

Molti lavoratori dipendenti sono stati obbligati a mettersi in ferie o cassa integrazione. Non è colpa dell’imprenditore “cattivo”, è che spesso questo era l’unico modo per tenere in piedi la baracca.

Molti altri, meno fortunati, hanno perso il lavoro, o potrebbero perderlo nei prossimi mesi.

Ma, come sempre succede in Italia, sono gli imprenditori, il vero motore di questo Paese, ad aver subito di più gli effetti devastanti del Coronavirus.

Molte imprese, per colpa della chiusura obbligatoria, hanno chiuso i battenti definitivamente e molte purtroppo li chiuderanno nei prossimi mesi.

Poi, come se la situazione non fosse già abbastanza tragica così com’è, qualche giorno fa è arrivato il colpo di grazia.

E come sempre, chi è che ne subisce le conseguenze?

Ovvio, tu imprenditore!

L’Inail ha classificato il contagio da Covid-19 come infortunio sul lavoro.

Ma cosa significa esattamente tutto questo per te e per la tua attività?

Cosa succede se un tuo dipendente si ammala di Covid-19

Non bastava la chiusura forzata delle attività.

Non bastavano le settimane in cui non hai visto manco l’ombra di un euro entrare in cassa.

Non erano sufficienti i costi per sanificare la tua azienda e proteggere i tuoi dipendenti.

Da qualche giorno, ogni imprenditore deve anche fare i conti con l’articolo 42 del decreto “Cura Italia”.

In pratica, qualche “genio” ha ben pensato di classificare il contagio da Covid-19 come “infortunio sul lavoro”.

Ecco che se un tuo dipendente si ammala di Coronavirus, per prima cosa c’è una serie infinita di controlli da parte dell’Inail:

  • Avevi certificato “la pulizia a fine turno e la sanificazione giornaliera di tastiere, schermi touch, mouse e superfici con detergenti adatti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi”
  • Ti eri assicurato che i tuoi dipendenti fossero in perfetta salute all’inizio della giornata lavorativa?
  • Li avevi muniti giornalmente dei “dispositivi di protezione individuale” (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, divisori in plexiglas, e così via) che le autorità hanno reso obbligatori?
  • Hai fatto mantenere la distanza di sicurezza fra i tuoi dipendenti durante tutto l’orario lavorativo?

In casi del genere è sufficiente il minimo errore per farti risultare colpevole agli occhi dei controllori.

Non hai procurato abbastanza mascherine da fornire ai tuoi dipendenti perché sono introvabili sul mercato?

All’Inail non interessa. La colpa è tua!

Basta un singolo passo falso per dare il via a un processo.

E purtroppo, in Italia, storicamente i giudici hanno sempre tutelato maggiormente gli interessi del “più debole”.

Inoltre, per te sarebbe quasi impossibile dimostrare che il tuo dipendente ha contratto il Coronavirus fuori dall’ambiente lavorativo.

Il motivo è che secondo i dati del Ministero della Salute, fra contagio e sviluppo dei primi sintomi passano circa 14 giorni – in questo lasso di tempo è perfettamente plausibile il rischio di contagiare altre persone.

Senza contare il fatto che almeno 4 contagiati su 5 sono asintomatici e che è impossibile risalire a dove e quando sono entrati in contatto col virus.

Ecco che, incapace di dimostrare la tua innocenza, saresti tu a pagarne le conseguenze dal punto di vista economico.

Se un tuo dipendente ha contratto o dovesse contrarre il virus, ti ritroveresti senza un collaboratore prezioso a cui dovresti comunque pagargli lo stipendio.

Ma è l’Avv. Luca Failla, founder partner di Lablaw (uno degli studi legali più prestigiosi in Italia), ad evidenziare gli aspetti più allarmanti di questa nuova legge: “se un tuo dipendente si ammala di Covid-19, la tua azienda è sotto scacco per i prossimi 10 anni.”

Quando un lavoratore si iscrive al registro Inail, ha a disposizione 10 anni per denunciarti.

Dieci anni in cui può obbligarti a dovergli rilasciare ulteriori risarcimenti (come ad esempio i danni morali).

Ecco che ti ritrovi a pagare di tasca tua somme che generalmente si aggirano fra i 10 e i 100 mila euro, anche se, con ogni probabilità, il tuo collaboratore non era entrato in contatto col virus sul luogo di lavoro.

… ma non solo.

Da un giorno all’altro, rischi di ritrovarti a dover sostenere le spese di un processo penale.

Il tuo avvocato, gli adempimenti di cancelleria, le spese di notifica, la custodia cautelare… e molto altro.

Per un evento che non potevi controllare (e che, per inciso, nemmeno il Governo è stato capace di gestire) sei costretto ad affrontare un processo e pagare di tasca tua somme che generalmente si aggirano attorno ai 50 mila euro.

Senza contare che, se il tuo collaboratore viene a mancare, devi anche risarcire i suoi familiari.

E qui, purtroppo, la cifra che devi pagare decolla vertiginosamente (circa 250 mila euro di risarcimento alla moglie del defunto, 500 mila per i genitori, 250 mila per ogni figlio e 90 mila per ogni fratello).

Una situazione del genere rischia di mettere una lapide sulla maggior parte delle imprese italiane.

Ecco perché, se hai a cuore la sopravvivenza della tua azienda dovresti pensare subito a come proteggerla per evitare che questo dannato virus ti riduca in mutande… o peggio!

Esistono 2 modi per evitare che il Coronavirus decreti la morte della tua azienda (ma solo uno dei due è in grado di proteggerti realmente)

La prima “soluzione” è abbastanza ovvia e banale. Devi munirti di buonsenso e salvaguardare la salute dei tuoi dipendenti.

Lo so, fra mille cose a cui devi stare attento in azienda in questo periodo, forse controllare in prima persona che ci siano sempre mascherine omologate a disposizione per tutti, guanti adatti e gel igienizzante sempre pieno dislocato in diversi punti, non è la prima delle tue preoccupazioni.

Ma ci troviamo di fronte ad una minaccia vera e propria. Parlo sia del virus che dell’Inail.

Quindi rispettare le norme è il minimo che ognuno di noi può fare.

Molte aziende stanno acquistando dei termoscanner. In questo modo, ogni mattina possono accertarsi della temperatura corporea dei dipendenti e rimandare a casa chi supera i 37,5°C.

Ma, come ti accennavo poco fa, non basta fare di tutto per cercare di evitare il contagio.

Se un tuo lavoratore si ammala fra le proprie mura domestiche o in qualsiasi altra circostanza, rischi comunque di doverne pagare le conseguenze di tasca tua.

Ecco perché potresti ritrovarti a spendere centinaia di migliaia di euro in cause legali, anche se avevi già fatto tutto il possibile per evitare che il contagio.

Questo ci porta alla soluzione “definitiva” che ti permette di evitare che un infortunio sul lavoro (Covid-19 incluso) uccida la tua azienda: devi trasferire su qualcun altro la “responsabilità civile verso terzi e dipendenti”.

Solo un’assicurazione cucita su misura per la tua attività può liberarti dal rischio di dover risarcire un tuo dipendente di tasca tua.

Se sei protetto da una polizza fatta come si deve e un tuo dipendente si infortuna (o si ammala di Coronavirus) è l’assicurazione a pagare al posto tuo.

E siccome vedo tutti i giorni quanti imprenditori stanno attraversando l’inferno per colpa del Covid-19, voglio regalarti una consulenza dove analizzerò i rischi a cui è esposta la tua attività.

A fine consulenza non sarai costretto a sottoscrivere una polizza con me.

Ma almeno sei consapevole dei rischi che stai correndo – di quali azioni devi fare per proteggere da questi pericoli te stesso, il tuo patrimonio e la tua attività.

Se vuoi liberarti una volta per tutte dal rischio di un risarcimento con causa penale che potrebbe prosciugare i tuoi risparmi di una vita – e vuoi dormire sonni tranquilli, anche qualora un tuo dipendente dovesse ammalarsi di Coronavirus – allora clicca qui, inserisci i tuoi dati e ti ricontatterò subito per fissare la nostra consulenza gratuita e senza impegno.

Alla sicurezza della tua attività,

Diego Saretta

Condividi questo articolo

Leggi un altro articolo

×